Tutti almeno una volta abbiamo partecipato o ci siamo imbattuti per caso in un matrimonio e di che se ne dica restiamo sempre affascinati e colpiti. In chiesa o in comune, al parco o sulla spiaggia, al Polo Nord o all’Equatore quello che tutti aspettano con trepidazione è una cosa sola: la sposa.
Quando arriva la sposa tutto si ferma, sparisce il brusio e il fermento; si entra in una sorta di dimensione senza tempo che vede come unici protagonisti lei ed il suo abito bianco.
Terminato il momento idilliaco dove tutti e tutte sognano quando arriverà il proprio turno oppure ricordano quello già vissuto, allora comincia il vero “taglia e cuci” sull’abito: “..Io avrei scelto il modello a sirena”, “..non le dona lo stile impero”, “..con quel vestito sembra cenerentola”. Insomma un trionfo di commenti rivolti tutti e solo alla sposa e al suo abito.
Ma cos’è che spinge le donne a voler indossare a tutti i costi l’abito bianco?
E’ un dato di fatto, è scientificamente provato che il desiderio di tutte le donne di indossare almeno una volta nella vita l’abito bianco fa parte del loro patrimonio genetico.
Si comincia in tenera età sognando, come nelle fiabe, di incontrare il principe azzurro e coronare l’amore con uno regale e brillante abito. Per alcuni anni il “cromosoma abito bianco” sembra andare in letargo e lasciare il posto a progetti sfidanti e ambiziosi che non contemplano più i vecchi sogni fanciulleschi. Ma inaspettatamente ad un certo punto della propria vita si fa vivo di nuovo quel desiderio, apparentemente sopito, che non può più essere ignorato e che può e deve solo essere soddisfatto.
Ci diversi modelli di abito bianco ognuno dei quali incarna il sogno di una vita di una donna. Quello che vi propongo oggi è un modello unico e originale nonostante risalga agli anni ’70. Cucito rigorosamente a mano, in stile colonna/tubino ha come parola d’ordine semplicità ed eleganza. Il capospalla impreziosito con perle e paillettes rende l’abito luminoso e di ottima fattura. Trovo la modella bellissima, radiosa e molto chic… ma io sono di parte.
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