Quando si provano certi sapori, quando i piatti di una cucina ti colpiscono a tal punto da rimanerti nella testa e nel cuore non puoi evitare di pensarci e sopratutto fai di tutto per cercare di ricrearli e provare ancora quella sensazione e quel gusto.
Per chi come me ama la cucina, assaggiare e scoprire i piatti delle diverse cucine nazionali e internazionali è qualcosa di innato insito nel proprio DNA non soltanto per conoscerne la storia ma anche la realizzazione e sopratutto i sapori.
La cucina abruzzese, quella della mia regione, mi affascina, ci sono legato affettivamente e non perdo occasione appena posso di proporla ai miei commensali ma da qualche anno non riesco a fare a meno dei piatti di un’altra cucina alla quale sono altrettanto legato ed affezionato: quella siciliana.
Una regione che mi ha stupito e continua a farlo anno dopo anno, una regione che nasconde, dietro una apparente semplicità e per certi aspetti povertà, una grande ricchezza sia da un punto di vista storico architettonico che culinario.
In una posizione geografica strategica la Sicilia è stata meta e culla di diversi mondi e civiltà: da quella greca, araba, spagnola fino a quella europea occidentale attuale che ne hanno influenzato usi costumi e sopratutto la cucina.
Tra le mille cose che adoro quando sono in Sicilia sembra strano ma il pane è una di quelle; ne hanno tantissimi tipi ed io vado letteralmente pazzo per quelli che chiamano “topini” ossia dei piccoli panini dalla forma romboidale rigorosamente caldi e coperti di profumatissimo sesamo, per non parlare della cassata, dei cannoli degli arancini … la lista sarebbe troppo lunga.
Ormai sono quasi dieci anni che ogni estate, almeno una settimana, vado in vacanza in Sicilia ed ogni anno con immerso piacere scopro e assaggio qualcosa di nuovo ma la reazione è sempre la stessa: sublime piacere per occhi e palato.
Proprio lo scorso luglio mentre ero comodamente “spalmato” sul lettino con vista mare nella bellissima spiaggia di Mortelle le mie orecchie non hanno potuto fare a meno di ascoltare il discorso di un gruppo di donne chiaramente autoctone su cosa avrebbero preparato per il pranzo. Dai classici e squisiti maccheroni alla norma, alla ricca pasta al forno, che vi assicuro essere tutt’altro rispetto a quella che conosciamo noi comuni mortali, ho captato le parole “melanzane ripiene” e “mollica cunzata” e subito mi sono girato verso Andrea per chiedergli di cosa stessero parlando e quale fosse la ricetta di questo piatto che già solo dal nome mi aveva fatto venire l’acquolina in bocca. Andrea naturalmente non è stato in grado di fornirmi i dettagli ma ha fatto di meglio: si è rivolto alla zia e alla cugina che nel giro di pochi minuti mi hanno fornito la ricetta completa con varianti e personalizzazioni varie.
Non sono riuscito a farmi invitare a pranzo dalle signore sulla spiaggia ma appena tornato a Roma non ho perso tempo ed ho preparato subito le tanto desiderate melanzane ripiene con la classica mollica condita messinese che non posso non condividere con tutti voi. Cosa ne pensate?
5 melanzane medio/piccole
La cucina abruzzese, quella della mia regione, mi affascina, ci sono legato affettivamente e non perdo occasione appena posso di proporla ai miei commensali ma da qualche anno non riesco a fare a meno dei piatti di un’altra cucina alla quale sono altrettanto legato ed affezionato: quella siciliana.
Una regione che mi ha stupito e continua a farlo anno dopo anno, una regione che nasconde, dietro una apparente semplicità e per certi aspetti povertà, una grande ricchezza sia da un punto di vista storico architettonico che culinario.
In una posizione geografica strategica la Sicilia è stata meta e culla di diversi mondi e civiltà: da quella greca, araba, spagnola fino a quella europea occidentale attuale che ne hanno influenzato usi costumi e sopratutto la cucina.
Tra le mille cose che adoro quando sono in Sicilia sembra strano ma il pane è una di quelle; ne hanno tantissimi tipi ed io vado letteralmente pazzo per quelli che chiamano “topini” ossia dei piccoli panini dalla forma romboidale rigorosamente caldi e coperti di profumatissimo sesamo, per non parlare della cassata, dei cannoli degli arancini … la lista sarebbe troppo lunga.
Ormai sono quasi dieci anni che ogni estate, almeno una settimana, vado in vacanza in Sicilia ed ogni anno con immerso piacere scopro e assaggio qualcosa di nuovo ma la reazione è sempre la stessa: sublime piacere per occhi e palato.
Proprio lo scorso luglio mentre ero comodamente “spalmato” sul lettino con vista mare nella bellissima spiaggia di Mortelle le mie orecchie non hanno potuto fare a meno di ascoltare il discorso di un gruppo di donne chiaramente autoctone su cosa avrebbero preparato per il pranzo. Dai classici e squisiti maccheroni alla norma, alla ricca pasta al forno, che vi assicuro essere tutt’altro rispetto a quella che conosciamo noi comuni mortali, ho captato le parole “melanzane ripiene” e “mollica cunzata” e subito mi sono girato verso Andrea per chiedergli di cosa stessero parlando e quale fosse la ricetta di questo piatto che già solo dal nome mi aveva fatto venire l’acquolina in bocca. Andrea naturalmente non è stato in grado di fornirmi i dettagli ma ha fatto di meglio: si è rivolto alla zia e alla cugina che nel giro di pochi minuti mi hanno fornito la ricetta completa con varianti e personalizzazioni varie.
Non sono riuscito a farmi invitare a pranzo dalle signore sulla spiaggia ma appena tornato a Roma non ho perso tempo ed ho preparato subito le tanto desiderate melanzane ripiene con la classica mollica condita messinese che non posso non condividere con tutti voi. Cosa ne pensate?
Ingredienti:
5 melanzane medio/piccole
4/5 fette di pan carré
sale q.b.prezzemolo q.b.
olio d’oliva q.b.
1 o 2 spicchi d’aglio
50 gr Parmigiano
20 gr Pecorino Romano
Passata di pomodoro (io uso la Mutti)
Preparazione:
In un mixer mettete le fette di pan carré tagliato a pezzi grossolani il prezzemolo lavato e l’aglio fatto a pezzetti piccoli. Azionate il mixer e tritate tutto; non appena il pane si è amalgamato bene con il prezzemolo e l’aglio aggiungete il parmigiano, il pecorino e l’olio d’oliva a filo (senza esagerare).
Lavate le melanzane e tagliate la parte superiore a formare un cappuccio.
Scavate ogni melanzana facendo attenzione a non bucarle mettendone da parte il contenuto. In una padella saltate con olio extravergine d’oliva DOP il ripieno delle melanzane scavate tagliate e tocchetti. Una volta raffreddato unite con la mollica condita ed amalgamate bene.
Riempite le melanzane con la mollica condita e ponete il coperchio fissandolo con uno o più stuzzica denti. Disponete le melanzane ripiene su di una teglia o pirofila coperta da carta da forno e versate la passata di pomodoro.
Informate a 180°/200° per circa 45 minuti e di tanto in tanto controllate che le melanzane non si colorino troppo. Potete anche, con estrema delicatezza girarle. Un volta cotte, fatele raffreddare un po’, disponete su un bel piatto da portata e servite.
Buon Appetito!
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