Affascinante, poliedrica e ricca di contenuti l’edizione 2016 di Alta Roma che ha inaugurato il nuovo anno ponendo particolare attenzione sulla ricerca, la sperimentazione e l’innovazione mostrando un’Alta Moda sempre in fermento e in evoluzione. Negli ultimi anni siamo diventati molto critici ed esigenti nei confronti della moda; ogni stagione ci si aspetta di assistere a qualcosa di nuovo e “sorprendente”, di vedere collezioni e capi all’avanguardia frutto di particolari ispirazioni e contaminazioni che in realtà sono esattamente il risultato del vivere l’era contemporanea, dell’evoluzione sociale, del divenire della moda stessa. Una sfilata per me è un po’ come assistere ad un concerto di musica classica, ci si prepara prima, si cerca di conoscere quella che è stata l’ispirazione, la storia per poi entrare nel vivo con la performace dove, in questo caso il designer, attraverso le sue creazioni stabilisce un legame con gli spettatori condividendo e mostrando una parte del suo mondo, una sua esperienza di vita, un suo ricordo. Emozionare, affascinare, desiderare questi gli obiettivi dei designer in questa edizione di Alta Roma che non ha caso ha scelto come head quarter l’Ex Dogana ferroviaria nel quartiere di San Lorenzo location perfetta dove generare e far partire i nuovi canoni dell’ haute couture.
Raffella Curiel ha accolto tutti in un meraviglioso giardino dove ha fatto sbocciare le sue creazioni proprio come accade ogni giorno davanti ai nostri occhi. Ogni abito sapientemente realizzato nei minimi dettagli prende vita sulla passerella attraverso una sequenza armonica di colori e forme arrivando a farne percepire persino il profumo.
“Le forme delle foglie e delle corolle dei fiori ho voluto rapire e trasformare in pantaloni, gonne e corpetti, ho rubato giardini per i ricami, disegnato roseti, clematis e ortensie per i leggiadri abiti di chiffon, stampato, applicato nontiscordardime e papaveri: tutto per un inno alla vita che è il mio giardino reale e soprattutto quello del cuore”
photo by courtesy of AltaRoma
Ph. Salvatore Dragone-Gianluca Palma/Luca Sorrentino
Eleganza mescolata al rigore dei canoni architettonici si riflettono negli abiti di Renato Balestra con una collezione P/E che inneggia alla cultura ellenica sapientemente arricchita di calore e colore. Proprio come accade ogni giorno al sorgere del sole quando i suoi raggi illuminano gradualmente ciò che incontrano così le creazioni di Balestra risplendono e prendono vita passando per tutte le sfumature dell’arancio. Una donna eterea e di gran classe quella di Renato Balestra, immortale e divina.
photo by courtesy of AltaRoma
Ph. Salvatore Dragone-Gianluca Palma/Luca Sorrentino
Vittorio Camaiani proietta la donna in un’altra dimensione psicofisica dove tutto è il contrario di tutto dove niente e come sembra dove i canoni sono quelli dettati dalla propria psiche. Lo sguardo dello stilista marchigiano si é avvicinato all’universo surrealista con outfits destrutturati dagli elementi classici, con un decisivo cambio di ruolo: colletti e polsi sono dove non dovrebbero essere in un gioco ironico che strizza l’occhio all’arte di Dalì. I tessuti non toccano la silhouette, i volumi sospesi donano al corpo una leggerezza singolare, come nell’abito di chiffon in cui gli strati di tessuto simboleggiano gli “strati” della mente e creano un gioco suggestivo di impalpabile eleganza. In questa collezione la classica camicia bianca “perde” il collo, che viene spostato sulle maniche. Il pantalone di uno smoking viene costruito come se fosse la manica di una camicia.
Ufficio Stampa: Antonio Falanga
Together eventi comunicazione
Photo: Carlo Tosti
“Musa” di Vittorio Camaiani Marina Ripa Di Meana, interprete d’eccezione di “ContrariaMente“. Il racconto è stato arricchito degli scatti di Alessandro Calligaro, psicoterapeuta e fotografo, che ha prestato il suo sguardo per raccontare la nuova collezione di Vittorio Camaiani in un intreccio di immagini che esplicitano il connubio tra moda, arte e mente. Calligaro ha riconosciuto nello stile di Camaiani stimolanti valenze simboliche che superano la dimensione squisitamente estetica per suggerire una narrazione “altra” della moda: nei suoi scatti i capi della collezione “ContrariaMente” diventano di fatto emblemi di un racconto sul femminile colto nelle sue sfumature più impercettibili.
La volontà di mettersi sempre alla prova e la continua ricerca di contaminazioni portano l’architetto e stilista Sabrina Persechino ha cercare e trovare ispirazione per la sua collezione in un mondo che sente molto vicino e che le appartiene: quello dell’architettura. Studiando Moss mette in pratica quella che egli stesso definisce provocatoriamente la teoria dell’architettura di Penelope la quale disfaceva, durante la notte, il telo che aveva tessuto durante il giorno, così l’architetto, quando progetta, fa e disfa allo stesso tempo. La Persechino disfa gli abiti proprio come Moss disfa gli edifici. Prospetti apparentemente vuoti, sventrati sulle sensuali schiene e sui decolté profondi.
Ufficio Stampa e foto – Studio Maddalena Torricelli
Al rigore della progettazione si unisce e fonde il mito della dea Aracne – giovane tessitrice trasformata in ragno da Atena – da cui la collezione prende il nome. Proprio come un ragno, filatore virtuoso e abile trapezista che oscilla su un filo di seta , così, le stoffe tessono gli abiti della collezione Primavera Estate 2016. I colori argentei e lunari, come ragnatele bagnate dalla brina mattutina, oppure ferrosi e incisivi come gli intarsi di Moss sugli edifici.
Dalla mitologia greca Nino Lettieri per la primavera estate 2016 si ispira e racconta il viaggio di una principessa indiana da Nuova Delhi alla città di Montecarlo, creando una collezione dedicata a lei e composta da abiti che ricordano i colori ed i ricami dell’india ma con dettagli e linee occidentali. L’originalità dei tessuti raffigura l’animale protagonista della cultura e della religione indiana, l’elefante che consacra il titolo alla collezione nominata “Elephants”. Ripercorrendo le tappe del lungo viaggio della principessa Lettieri propone mise diverse per i diversi momenti. Kaftani con pantaloni o tute stampate con elefanti piccoli e giganti disegnati su tessuti come lo chiffon, l’organza e il mikado; abiti a trapezio realizzati in seta e cotone con pantaloni in mikado per la mattina. Giacche di varie lunghezze con ampie pieghe sulle spalle realizzate in mikado bianco candido, in nero e in rosa decorate con ricami di cristalli e paillettes stile india sui colli e sulle maniche per il pomeriggio. L’allure serale è caratterizzata da kaftani neri realizzati in georgette con rispettivi pantaloni ricamati con piccoli elefanti di paillettes.
Ufficio Stampa – Maria Cristina Rigano
Ph. Giacomo Prestigiacomo
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