Ogni anno è sempre la stessa storia e la stessa domanda: Sicilia Si o Sicilia no? Io non ho mai dubbi, per me la risposta resta la stessa da 12 anni ed è sempre un Si. Del resto chi potrebbe resistere ad un cielo terso, ad mare blu cobalto, all’acqua cristallina, a spiagge chilometriche dove poter fare delle meravigliose passeggiate e sopratutto ad una tradizione culinaria tra gastronomia e pasticceria da perdere la testa? Nonostante le mie origini abruzzesi, la Sicilia mi è entrata nel cuore al punto da non poterne fare a meno. Mi basta scendere dal traghetto e fare un solo respiro per avvertire un certo languorino che soddisfo subito con una deliziosa granita panna e brioche. La granita è soltanto l’inizio di un piano enogastrononico diabolico e studiato nei dettagli che prevede, come ogni anno, la degustazione di tutte le principali specialità siculo/messinesi che vanno dall’intramontabile focaccia tradizionale, alla pasta infornata, alle braciole di carne o pesce spada passando per una infinita varietà di biscotti secchi, pasta di mandorle, cannoli e altre meraviglie della pasticceria locale.
Ma come si dice il primo amore non si scorda mai è il mio, quando sono arrivato in Sicilia la prima volta, è stato senza dubbio la pasta alla Norma. La pasta alla Norma è più di una semplice ricetta siciliana, un vero capolavoro conosciuto ed apprezzato ben oltre i confini della Sicilia. Il suo punto di forza sono proprio i sapori semplici di pomodoro, basilico, melanzane fritte e ricotta salata che insieme raggiungono un equilibrio culinario perfetto e danno vita ad un piatto difficile da eguagliare. La ricetta è originaria della città di Catania: per quanto riguarda la sua storia, ce un’interpretazione in particolare che è più accreditata delle altre. Bisogna andare indietro nel tempo, fino al 1920: il commediografo catanese Nino Martoglio si appresta a consumare il pasto, insieme a Pippo Marchese e Peppino Fazio, da Angelo Musco e Donna Saridda porta in tavola spaghetti con salsa al pomodoro, basilico, melanzane fritte e ricotta salata. Dopo qualche forchettata, Martoglio plaude alla padrona di casa esclamando: “Signura, chista è ‘na vera Norma!”. La frase fu apprezzata e nacque così il nome di pasta alla Norma. L’espressione omaggia il grande Vincenzo Bellini, catanese e autore dell’opera omonima. A Catania, questa preparazione viene chiamata pasta ca’ Norma. Da quel momento, è diventata un piatto della tradizionale cucina siciliana, che ognuno realizza a modo proprio. Se, ad esempio, a Catania si usano gli spaghetti, a Palermo è più utilizzata la pasta corta, a Messina i maccheroni fatti a mano con acqua e farina. C’è chi taglia le melanzane a cubetti e chi le fa a striscioline, chi grattugia bene la ricotta salata e chi, invece, la apprezza a scaglie o utilizza quella infornata. Qualunque sia la vostra preferenza, una cosa è certa: un pranzo con un piatto di pasta alla Norma è sempre e comunque un capolavoro. La versione che vi propongo è doppiamente speciale perché mette insieme la bontà unica di una ricetta della tradizione popolare siciliana ad una pasta altrettanto unica e speciale per qualità e storia: quella del Antico Pastificio Rosetano Verrigni. Unico pastificio al mondo a trafilare in oro alcuni formati di pasta,Verrigni propone una nuova porosità, maggior croccantezza, profumo ed il pregio della sua unicità. Solo Verrigni osa nella tradizione della pasta, supera le forme e stimola lo scambio, la ricerca, l’elogio e la critica. Da pochi mesi ha lanciato sul mercato 3 nuovi formati – il MaQuadro, la Pennotta e il QuBetto – che per molti versi incarnano l’essenza dell’azienda, un’azienda che ama osare, mettersi in gioco, innovare mantenendo sempre e comunque una grande attenzione alla qualità sopratutto nella scelta delle materie prime come il grano tutto e solo italiano.
Ingredienti per 4 persone
- 3 melanzane di media grandezza
- 2 spicchi d’aglio
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 1/2 cipolla
- Basilico
- Ricotta informata siciliana DOP
- 500 gr di passata di pomodoro fatta in casa
- 300 gr di Ma-Quadro Verrigni
- olio di semi di girasole
Lavate le melanzane, asciugatele, tagliate a fette di circa mezzo centimetro ognuna e friggetele in abbondante olio di semi. Asciugatele con carta assorbente e disponetele su di in una teglia.
In una pentola fare soffriggere con 4 cucchiai di olio d’oliva la carota, le due teste d’aglio, il sedano e la cipolla; aggiungete la passata di pomodoro e il basilico e fare cuocere per una ventina di minuti. Aggiungete un pizzico di zucchero per smorzare l’acidità del pomodoro. Lessate il Ma-Quadro Verrigni in abbondante acqua facendo attenzione alla cottura. Scolate e condite la pasta con abbondante sugo e impiattate. Tagliate le melanzane fritte in maniera grossolana e aggiugnetele in ciascun piatto sopra la pasta. Grattugiate abbondante ricotta informata e guardine con delle foglie di basilico.
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