“Tutto il resto è cibo” ma Verrigni è la Pasta
Una cosa è certa chi prova la pasta Verrigni difficilmente potrà innamorarsi o mangiare un’altra pasta. Io sono senza dubbio di parte ma con il tempo, studiando e assaggiando ho imparato che non è assolutamente vero che tutte le paste sono uguali anzi vale proprio il contrario. Le caratteristiche che consentono di classificare una pasta come artigianale sono: le materie prime utilizzate tipologia di grano e dunque farina, l’acqua e la lavorazione come la trafilatura e il tempo/modalità di essiccazione.
Il Pastificio Verrigni soddisfa in pieno tutti questi requisiti realizzando un prodotto di elevata qualità sotto ogni punto di vista. Con una tradizione che si tramanda dal 1898 l’Antico Pastificio Rosetano ha sempre mantenuto gli stessi principi e gli stessi standard qualitativi stando sempre al passo con i tempi ed evolvendo nella sperimentazione con la trafilatura in oro e con la produzione di formati innovativi diventando un punto di riferimento sempre più importante per l’alta ristorazione italiana ed internazionale.
La pasta viene fatta essiccare all’interno di camerini mobili, lentamente e a bassa temperatura – tra 45 e 50° C — con una durata che può arrivare fino a tre giorni, a seconda dello spessore dei formati: le caratteristiche delle semole non subiscono variazioni, i naturali processi di fermentazione vengono rispettati e così la pasta Verrigni ottiene il suo inconfondibile sapore.
Verrigni è inoltre l’unico pastifico artigianale al mondo a trafilare alcuni formati in oro. L’impasto attraversa l’oro con dolcezza, l’attrito è mitigato rispetto al bronzo ed ecco che la porosità della superficie dei formati trafilati in oro è diversa, maggiore ma anche ricca di profumi e croccantezza.
Il condimento è importante — dice Verrigni — ma solo se la pasta ha una sua personalità.
Una pasta così merita di essere cucinata a regola d’arte – i tempi di cottura e le modalità sono importantissime – e valorizzata con altrettanti ingredienti di qualità. Da bravo abruzzese e da grande amante della Sicilia ho voluto unire due tradizioni culinarie ricche di storia, apparentemente differenti ma con sapori egualmente importanti. La mollica di pane è un ingrediente molto usato nei piatti siciliani sopratutto del messinese che unite ad un buon burro e alle alici del Cantabrico non possono che esaltare il gusto dello spaghettoro Verrigni. Un piatto fatto con ingredienti apparentemente “poveri” ma che al contrario danno vita ad una ricetta dal sapore e dal profumo decisi, intensi.
Ingredienti per 4 persone:
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320 gr di Spaghettoro Verrigni
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1 confezione di alici del Cantabrico
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125 gr di burro
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Mollica di pane q.b.
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Aneto fresco q.b.
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Olio EVO
Procedimento
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In una padella capace fate sciogliere il burro facendo molto attenzione a non farlo bruciare
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Scolate le alici ben bene dall’olio e mettetele nella padella insieme al burro facendole sciogliere lentamente. Una volta sciolte allontanate la padella dal fuoco
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In un mixer mettere il pane secco e tritatelo ben bene aggiungendo dell’aglio (1/2 spicchio o anche meno – serve solo a dare profumo) e due cucchiai di olio EVO
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In un’altra padella antiaderente mettete la mollica a tostare facendo molta attenzione a non farla bruciare. Non appena cambia colore e sentite il profumo di aglio potete spegnere il fuoco. Non occorre farla tostare molto o friggerla (dipende anche dal proprio gusto)
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Lessate la pasta in abbondante acqua togliendola abbastanza al dente
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Scolate la pasta e saltatela a fuoco medio con il fondo di burro e alici
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Impiattate aggiungendo la mollica tostata, un filetto di alice e l’aneto
BUON APPETITO!
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