Quante volte ho sognato di trovarmi a Wisteria Lane nel meraviglioso quartiere delle casalinghe disperate e vivere anche solo un giorno insieme a loro. Giocare a carte, spettegolare sui vari personaggi del quartiere, andare a fare shopping, risolvere piccoli misteri, preparare i famigerati muffin alla Bree Van de Kamp insomma chi non vorrebbe vivere e respirare quell’atmosfera di irriverente perbenismo?
Noi food blogger siamo tutti un po casalinghe disperate; sempre alla ricerca della ricetta e dello scatto perfetti per far colpo sui nostri follower. Proprio come a Wisteria Lane ci incontriamo agli eventi, sfoggiamo il nostro sorriso migliore, curiamo le relazioni, commentiamo (sono stato buono) i nostri amici e colleghi per poi ritornare ognuno nelle nostre case ad alimentare le nostre passioni.
Quello che ci unisce è proprio la passione e l’amore per il cibo con il quale ogni giorno abbiamo un rapporto di amore e a volte anche odio, almeno per quanto mi riguarda. Per creare le nostre ricette ci lasciamo ispirare da ogni singolo ingrediente con cui inevitabilmente creiamo un legame, sentendone il profumo, toccandolo, ammirandolo. Il passo successivo è quello di combinarli facendoci guidare dall’esperienza, dal gusto, dai nostri ricordi.
L’obiettivo è sempre realizzare il piatto finito espressione del nostro estro creativo, stilisticamente perfetto nei colori, nelle proporzioni e ovviamente nei sapori. Deve attirare l’attenzione, la Wisteria Lane di noi blogger è un’arena molto ampia e competitiva, deve essere accattivante e desiderabile, far venir voglia di andare oltre lo scatto per scoprirne i segreti. E degli ingredienti che hanno permesso di realizzare il capolavoro spesso se ne perde traccia, a volte vengono menzionati, altre volte fotografati ma con una dignità ben diversa di quella che ha il piatto finito. Elisabetta Nottola con questo progetto fotografico che ironicamente ho intitolato “Un Casalingo Disperato” non solo ha voluto restituire la dignità che meritano gli ingredienti con i quali abbiamo a che fare quotidianamente ma anche mostrare il rapporto che abbiamo con essi determinante per ottenere il risultato finale. Un behind the scenes della ricetta o come si dice nel cinema: un prequel.
Gli scatti raccontano il legame con le mie due passioni: moda e cucina e di come un carciofo, un mazzo di cipolle fresche o un cavolo possano essere altrettanto affascinanti e protagonisti rispetto al piatto finito.
Nell’era della foodcouture c’è chi ha indossato abiti realizzati con della carne o delle verdure o del pesce, chi realizza abiti con tessuti eco sostenibili, Elisabetta Nottola ha voluto rendere omaggio alle meraviglie che la nostra amata madre terra ci offre ancora oggi con grande fatica consentendoci di sopravvivere e coltivare le nostre passioni che utilizziamo per creare ricette e piatti elaborati a volte sostituendoci presuntuosamente ad Essa, pensando scioccamente di saper fare meglio.
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